La corsa di Fabrizio

ABRA presenta “La corsa di Fabrizio

Con molto piacere accogliamo questa iniziativa di Elena Costa, un’atleta che a fine settembre correrà (con molta calma) la sua ultima corsa agonistica… Elena infatti ha una patologia di tipo aritmico, la Sindrome del Qtlungo, scoperta da poco e vuole partecipare a questa gara in ricordo di un suo amico, Fabrizio, che oggi purtroppo non c’è più…. Con lui aveva due cose in comune…. La passione per la corsa e la Sindrome del Qtlungo…. E così Elena vuole dedicare questa sua corsa a lui e alla sua famiglia, ma vuole anche  fare qualcosa di concreto. Ha così pensato alla nostra Associazione, lanciando questa Raccolta Fondi per contribuire ai nostri progetti, principalmente legati al finanziamento degli Screening Cardiologi nelle scuole e alle donazioni dei Defibrillatori semi-automatici.

Sarebbe bello pensare che per ogni metro che farà, qualcuno donerà un euro…. Sono 100 miglia, che quindi corrispondono a circa 160 Km…. Ossia 160.934 metri !!! Beh, forse esageriamo, ma sognare non guasta mai!

E allora coraggio! Sosteniamo Elena in questa bellissima sfida!

Dona subito qualche metro (euro!) tramite bonifico bancario a :

ASSOCIAZIONE IL BAMBINO A RISCHIO ARITMICO – ABRA
IBAN: IT 04 L 03075 02200 CC8500562095
Codice BIC SWIFT: BGENIT2T
Causale: La Corsa di Fabrizio – Erogazione liberale a favore di ABRA

 

E ora vi presentiamo Elena e Fabrizio:

 

 

Mi chiamo Elena Costa e sono un’atleta di sport endurance, l’ultra-trail running.

A 13 anni ebbi un arresto cardiaco improvviso, i medici non riuscirono a capirne la causa. Ho sempre sofferto di sincopi e pure in questi casi la medicina di allora non si pronunciava.

Ma aumentavano gli svenimenti fino al punto che non riuscivo più nemmeno a camminare per 3 km senza perdere i sensi.

Scoprirono per caso la mia malattia. Prima di allora nessun cardiologo o medico sportivo l’aveva individuata, dicevano che ero fortemente bradicardica aritmica, ma secondo loro era normale per un atleta che correva lunghe distanze.

elena

 

Nell’autunno del 2018, durante gli esami per un intervento ad un polipo alle corde vocali, il cardiologo si oppose all’operazione diagnosticando attraverso un elettrocardiogramma questa malattia e le sue testuali parole furono: mi scusi signora per la brutalità di come glielo dico, ma lei sta morendo da un secondo all’altro.

Da lì iniziò tutto.

Ho la sindrome genetica del QT LUNGO.Una sindrome di recente scoperta. La sindrome congenita del QT lungo (LQTS) è una cardiopatia ereditaria caratterizzata dal prolungamento dell’intervallo QT all’ECG basale e dal rischio elevato di aritmie che possono portare al decesso. I due sintomi principali della LQTS sono episodi sincopali che possono provocare l’arresto cardiaco e la morte cardiaca improvvisa e le anomalie elettrocardiografiche che comprendono il prolungamento dell’intervallo QT e le anomalie dell’onda T. La base genetica della malattia è stata identificata a metà degli anni Novanta. La così detta morte imminente giovanile o dell’atleta.

Ebbene, ora ho un impianto ICD-PMK biventricolare al cuore.

Sono stata davvero fortunata perché se non fosse stata diagnosticata in tempo questa sindrome ora non sarei viva. Ringrazierò all’infinito il mio cardiochirurgo e tutto lo staff del Maria Cecilia Hopital di Cotignola per essersi presi amorevolmente cura di me.

A fine settembre parteciperò alla 100 miglia d’Istria. Sarà il mio addio definitivo all’ultratrail agonistico. Andrò piano piano per non rischiare e spero di portarla a termine e  come ultimo sogno vorrei correre anche per aiutare la ricerca e la diagnosi precoce sui bambini che, come me, sono affetti da queste rare malattie genetiche. Una diagnosi precoce può salvare la vita.

Correrò anche per una magnifica persona che, oltre che amico, per me era come un papà che mi ha sostenuta, consigliata e guidata attraverso tutto il mio percorso di malattia: Fabrizio Macchiavelli.

fabrizio

Fabrizio era affetto da una patologia cardiaca simile alla mia e all’improvviso è volato in cielo. Era una persona buona con una spiccata empatia nei confronti di chi soffriva o aveva difficoltà, un uomo-angelo che ha aiutato tantissime persone .

Padre e marito amorevole e un atleta con una grande passione per la corsa.

Così collego in memoria di Fabrizio questo ultimo viaggio all’Associazione ABRA, per la ricerca delle malattie cardiache genetiche, sperando di aiutare a salvare tanti giovani che muoiono di arresto cardiaco improvviso.